Dopo l’intervento di proPellets Austria è la volta dell’Associazione Italiana Pellets che emana il comunicato stampa che riportiamo fedelmente di seguito:
PELLET RADIOATTIVO: ATTENZIONE ALLE FACILI GENERALIZZAZIONI
Un episodio che non va sottovalutato ma che non deve penalizzare un settore delle rinnovabili che genera vantaggi ambientali ed economici
Le notizie circa il sequestro di pellet prodotto in Lituania contaminato da Cesio 137 e commercializzato anche nel nostro paese, danno un’immagine non coerente con la realtà del pellet prodotto in Italia.
Come spesso accade le “presunte” responsabilità di pochi ricadono ingiustamente su un intero settore come quello della produzione del pellet che vede numerosi produttori italiani impegnati nel continuo miglioramento qualitativo del prodotto.
Una parte rilevante del pellet consumato in Italia è prodotto da aziende italiane che impiegano legno vergine di provenienza sia nazionale, sia di alcuni paesi europei limitrofi.
Attualmente in Italia sono consumate oltre 1 milione di tonnellate di pellet, di cui almeno 750.000 di produzione nazionale. La maggior quota di importazione (circa 250.000 t) proviene dall’Austria. Anche le quote importate sono largamente riferite a rapporti commerciali consolidati
Le importazioni dei paesi baltici rappresentano una piccola e sporadica quantità, dettata prevalentemente da logiche di concorrenza sul mercato, dato che questo pellet è venduto a prezzi sensibilmente più bassi rispetto a quello nazionale.
Le informazioni che sono attualmente disponibili non consentono ancora di avere un quadro chiaro sull’entità e sulla portata del fenomeno, sia in termini di quantità di prodotto effettivamente contaminato, sia della soglia di reale contaminazione.
Ciò quindi consiglia molta prudenza rispetto a giudizi liquidatori su un intero settore produttivo che non deve essere penalizzato ingiustamente.
Il pellet, infatti, rappresenta un importante biocombustibile che registra un notevole sviluppo in tutta Europa, in grado di sostituire i combustibili fossili e che presenta notevoli vantaggi ambientali ed economici, con soddisfazione dei numerosi consumatori che lo utilizzano soprattutto per il riscaldamento domestico.
Il tema della contaminazione radioattiva non va tuttavia sottovalutato e vanno sostenuti e promossi i controlli che le pubbliche autorità sono chiamate a svolgere con rigore, anche prevedendo un aggiornamento delle norme. Tuttavia siamo dell’avviso che questo episodio debba essere ricondotto alla sua reale portata, evitando inutili ed ingiustificati allarmi.