Tempi duri per la distribuzione del pellet in Italia. Mentre imperversa lo scandalo del pellet radioattivo proveniente dal Baltico arriva la notizia che una importante azienda italiana produttrice del combustibile ecologico è stata chiusa in quanto utilizzava nella pellettizzazione anche scarti di legno intriso di vernici provenienti da vecchi mobili o addirittura bare!
Riportiamo un articolo apparso sul Gazzettino.it
Treviso. Ricavavano il pellet dalle bare:
ditta sequestrata, 14 denunciati
Sigilli alla “La Ti Esse”, la maggiore produttrice italiana dell’eco-combustibile, nei guai altre 10 imprese fornitrici
TREVISO (18 giugno) – Una rete di soggetti, fra i quali “La Ti Esse” di San Michele di Piave, considerata la maggior produttrice in Italia di pellet, sono finiti nei guai per un traffico illegale di rifiuti generati della lavorazione del legno: le 10 ditte coinvolte e i 14 soggetti denunciati sono accusati di aver lucrato sulla differenza dei costi derivanti dalla loro non corretta gestione.
Sequestrati beni per 3 milioni di euro. I carabinieri hanno sequestrato beni per 3 milioni di euro, e il giro d’affari dietro questo materiale di scarto, o rifiuti che dir si voglia, ammontava a un milione di euro.
L’operazione dell’Arma ha dato esecuzione ad una misura cautelare reale e a dieci perquisizioni locali a carico di alcune aziende dedite alla gestione di rifiuti operanti nella Marca Trevigiana e nell’area Bassanese. Gli inquirenti hanno precisato che questi interventi non sono correlati all’altra vasta operazione contro il “pellet radioattivo” messa a segno negli scorsi giorni.
Quattordici denunciati e 10 aziende locali coinvolte. Sono 14 le persone denunciate dai carabinieri nell’ambito di un’indagine condotta dalla sede di Treviso che ha coinvolto 10 aziende delle province di Treviso e Vicenza per la produzione di pellet da residui di lavorazione del legno ritenuti illegali.
Sequestrata l’azienda “La Ti Esse”. La Procura della Repubblica di Treviso ha posto sotto sequestro l’azienda “La Ti Esse” Srl, di San Michele di Piave (Treviso), ritenuta la maggiore produttrice di pellet in Italia, assieme a oltre 20 mila tonnellate di legno trattato che, in base ai sospetti degli investigatori, sarebbero state trasformate nei noti cilindri di combustibile per stufe e bruciatori.
Bare, cornici e legno trattato per ricavare pellet. La normativa italiana impone invece che gli stessi siano prodotti esclusivamente utilizzando legno vergine. Le aziende fornitrici della società trevigiana, distribuite sulla fascia pedemontana che va da Conegliano (Treviso) a Bassano del Grappa (Vicenza), invece, avrebbero ceduto residui di lavorazione di mobili, cornici, bare, ed altri prodotti trattati con vernici e colle.
I reati contestati agli indagati sono quelli di traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti e falso documentale. Gli scarti di legno trattato, secondo le stime , sono valutati normalmente intorno ai 60 euro a quintale, contro i 100 del legno vergine. Non risulta che al momento sia stato deciso il blocco della commercializzazione dei pellet prodotti da “La Ti Esse”.