Nuovo stabilimento pellet in Slovacchia

Riportiamo di seguito la notizia apparsa sul sito dell’ICE (Istituto Nazionale per il Commercio Estero) che annuncia la costruzione di un nuovo grande stabilimento per la produzione di pellet di legno nella Slovacchia centrale:

IN COSTRUZIONE UN NUOVO STABILIMENTO PER LA PRODUZIONE DI PELLETS

(ICE) – ROMA, 24 AGO – La società Agro-Largo di Levice vuole costruire a Hronsky Benadik, nella Slovacchia centrale, uno stabilimento per la produzione di pellets del valore di un milione di Euro. Gli investimenti nelle tecnologie richiederanno il 70% del totale. Nello stabilimento troveranno inizialmente lavoro 10 persone: in seguito il numero di lavoratori dovrebbe crescere notevolmente.
(ICE BRATISLAVA)

Fonte: mefite.ice.it/cenweb/ICE/News/ICENews.aspx?cod=12187

Intervista all’Importatore del Presunto Pellet Contaminato

Massimo Longo importatore esclusivo del pellet NaturKaft Premium sotto sequestro in molte province italiane perché a rischio contaminazione radioattiva da cesio 137 difende il prodotto incriminato sulla base delle risultanze delle analisi effettuate dall’ Arpa. L’imprenditore, tra l’altro, asserisce che la quota di radiazione ammessa nel latte dalla legge è di 320 becquerel per Kg, nel pellet NaturKraft è stata riscontrata una quota compresa tra 8 e 12 Becquerel per Kg che malgrado si concentri nelle ceneri resta comunque al di sotto del limite consentito dalla legge. Il video completo dell’intervista è stato inserito su Youtube.

Pellet di legno radioattivo
Novità sul pellet radioattivo

Si Ridimensiona il Pericolo per il Pellet Radioattivo

I vigili del fuoco e gli uffici regionali Arpa hanno comunicato che dai risultati degli esami di laboratorio eseguiti sul pellet risulta che la pericolosità del pellet contaminato sequestrato è molto al di sotto della soglia di rilevanza. Si esclude qualsiasi forma di contaminazione rilevante dell’aria.

Riportiamo di seguito i comunicati stampa degli uffici ARPA delle regioni Veneto, Toscana, Piemonte:

ARPAV VENETO
PELLET. LA RADIOATTIVITA’ RISCONTRATA IN VENETO NON E’ RILEVANTE
Data: 24-06-2009

(AAV) Padova – I valori di radioattività riscontrati nel pellet in commercio in Veneto sono assai inferiori a quelli rilevati in Val d’Aosta, regione da cui era partita l’inchiesta. Dai risultati delle analisi di ARPAV i valori massimi di Cesio 137 nel pellet “Naturkraft premium 6mm” sono di 26 Bequerel al chilogrammo contro i 300 bequerel a chilogrammo rilevati in Val d’Aosta, lo stesso vale per le ceneri, “arricchite” per effetto della combustione, che nei campioni del Veneto si attestano con punte massime da 2000 a 3000 bequerel al chilogrammo contro i 40.000 bequerel/kg della Val d’Aosta.

Oltre al pellet “Naturkraft premium 6mm”, ARPAV ha analizzato campioni di “Naturkraft” e di altre marche. Tutti i campioni analizzati in Veneto dagli esperti del Centro di Riferimento Regionale per la Radioattività di ARPAV non hanno rilevanza radiologica. Gli esperti sottolineano che tale matrice contiene “di norma” modesti livelli di Cesio 137, presumibilmente riconducibili all’evento incidentale di Chernobyl ma non significativi dal punto di vista dell’esposizione alle radiazioni basti pensare che il suolo del Veneto presenta un livello medio di Cesio 137 da 30 a 40 bequerel/kg. ARPAV continua le analisi in accordo con i Vigili del Fuoco. I cittadini che rinvenissero nella propria abitazione campioni di pellet “Naturkraft Premium 6mm” o ceneri derivanti dalla sua combustione sono invitati a contattare il 115.

ARPA TOSCANA
Relazione del 23 Giugno 2009. Ne riportiamo di seguito una parte qualificante. Per leggere l’intero documento cliccare qui.

I dati riportati indicano valori di concentrazione nei pellet piuttosto contenuti. Più elevata invece risulta la concentrazione nelle ceneri che, com’è noto, tendono a concentrare i componenti non volatili. Si tratta tuttavia, in tutti i casi, di livelli che sono di molto inferiori a quelli riportati sulla stampa nel caso che ha dato l’avvio all’indagine della Procura di Aosta.

ARPA PIEMONTE
Riportiamo le conclusioni tratte in seguito alle misure sul pellet effettuate dall’Arpa Piemonte. Gli interessato possono leggere l’intero documento del 16 Giugno 2009 cliccando qui.

Conclusioni

I primi dati sperimentali confermano effettivamente la presenza di Cs-137 in alcuni campioni di pellets e di ceneri. La provenienza del Cs-137 in questi prodotti e residui è legata alla presenza in ambiente di questo radionuclide, introdotto negli ecosistemi in
conseguenza degli esperimenti nucleari in atmosfera degli anni ’60 e, soprattutto, a seguito dell’incidente di Chernobyl. I dati finora misurati sono comunque inferiori a quelli riportati su alcuni organi di stampa. Tuttavia, anche assumendo, per ipotesi, come riferimento il massimo dato di concentrazione nelle ceneri riportato dagli organi di stampa (40000 Bq/kg), le stime di dose alla popolazione portano comunque a valori molto bassi,
assai lontani dalla soglia di rilevanza radiologica. Queste valutazioni verranno ovviamente aggiornate, non appena saranno disponibili nuovi dati.

Dal Pellet Radioattivo al Pellet Inquinato

Tempi duri per la distribuzione del pellet in Italia. Mentre imperversa lo scandalo del pellet radioattivo proveniente dal Baltico arriva la notizia che una importante azienda italiana produttrice del combustibile ecologico è stata chiusa in quanto utilizzava nella pellettizzazione anche scarti di legno intriso di vernici provenienti da vecchi mobili o addirittura bare!

Riportiamo un articolo apparso sul Gazzettino.it

Treviso. Ricavavano il pellet dalle bare:
ditta sequestrata, 14 denunciati

Sigilli alla “La Ti Esse”, la maggiore produttrice italiana dell’eco-combustibile, nei guai altre 10 imprese fornitrici

TREVISO (18 giugno) – Una rete di soggetti, fra i quali “La Ti Esse” di San Michele di Piave, considerata la maggior produttrice in Italia di pellet, sono finiti nei guai per un traffico illegale di rifiuti generati della lavorazione del legno: le 10 ditte coinvolte e i 14 soggetti denunciati sono accusati di aver lucrato sulla differenza dei costi derivanti dalla loro non corretta gestione.
Sequestrati beni per 3 milioni di euro. I carabinieri hanno sequestrato beni per 3 milioni di euro, e il giro d’affari dietro questo materiale di scarto, o rifiuti che dir si voglia, ammontava a un milione di euro.

L’operazione dell’Arma ha dato esecuzione ad una misura cautelare reale e a dieci perquisizioni locali a carico di alcune aziende dedite alla gestione di rifiuti operanti nella Marca Trevigiana e nell’area Bassanese. Gli inquirenti hanno precisato che questi interventi non sono correlati all’altra vasta operazione contro il “pellet radioattivo” messa a segno negli scorsi giorni.

Quattordici denunciati e 10 aziende locali coinvolte. Sono 14 le persone denunciate dai carabinieri nell’ambito di un’indagine condotta dalla sede di Treviso che ha coinvolto 10 aziende delle province di Treviso e Vicenza per la produzione di pellet da residui di lavorazione del legno ritenuti illegali.

Sequestrata l’azienda “La Ti Esse”. La Procura della Repubblica di Treviso ha posto sotto sequestro l’azienda “La Ti Esse” Srl, di San Michele di Piave (Treviso), ritenuta la maggiore produttrice di pellet in Italia, assieme a oltre 20 mila tonnellate di legno trattato che, in base ai sospetti degli investigatori, sarebbero state trasformate nei noti cilindri di combustibile per stufe e bruciatori.

Bare, cornici e legno trattato per ricavare pellet. La normativa italiana impone invece che gli stessi siano prodotti esclusivamente utilizzando legno vergine. Le aziende fornitrici della società trevigiana, distribuite sulla fascia pedemontana che va da Conegliano (Treviso) a Bassano del Grappa (Vicenza), invece, avrebbero ceduto residui di lavorazione di mobili, cornici, bare, ed altri prodotti trattati con vernici e colle.

I reati contestati agli indagati sono quelli di traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti e falso documentale. Gli scarti di legno trattato, secondo le stime , sono valutati normalmente intorno ai 60 euro a quintale, contro i 100 del legno vergine. Non risulta che al momento sia stato deciso il blocco della commercializzazione dei pellet prodotti da “La Ti Esse”.

Associazione Pellets Italiana sul Pellet Contaminato

Dopo l’intervento di proPellets Austria è la volta dell’Associazione Italiana Pellets che emana il comunicato stampa che riportiamo fedelmente di seguito:

PELLET RADIOATTIVO: ATTENZIONE ALLE FACILI GENERALIZZAZIONI

Un episodio che non va sottovalutato ma che non deve penalizzare un settore delle rinnovabili che genera vantaggi ambientali ed economici

Le notizie circa il sequestro di pellet prodotto in Lituania contaminato da Cesio 137 e commercializzato anche nel nostro paese, danno un’immagine non coerente con la realtà del pellet prodotto in Italia.

Come spesso accade le “presunte” responsabilità di pochi ricadono ingiustamente su un intero settore come quello della produzione del pellet che vede numerosi produttori italiani impegnati nel continuo miglioramento qualitativo del prodotto.

Una parte rilevante del pellet consumato in Italia è prodotto da aziende italiane che impiegano legno vergine di provenienza sia nazionale, sia di alcuni paesi europei limitrofi.

Attualmente in Italia sono consumate oltre 1 milione di tonnellate di pellet, di cui almeno 750.000 di produzione nazionale. La maggior quota di importazione (circa 250.000 t) proviene dall’Austria. Anche le quote importate sono largamente riferite a rapporti commerciali consolidati

Le importazioni dei paesi baltici rappresentano una piccola e sporadica quantità, dettata prevalentemente da logiche di concorrenza sul mercato, dato che questo pellet è venduto a prezzi sensibilmente più bassi rispetto a quello nazionale.

Le informazioni che sono attualmente disponibili non consentono ancora di avere un quadro chiaro sull’entità e sulla portata del fenomeno, sia in termini di quantità di prodotto effettivamente contaminato, sia della soglia di reale contaminazione.

Ciò quindi consiglia molta prudenza rispetto a giudizi liquidatori su un intero settore produttivo che non deve essere penalizzato ingiustamente.

Il pellet, infatti, rappresenta un importante biocombustibile che registra un notevole sviluppo in tutta Europa, in grado di sostituire i combustibili fossili e che presenta notevoli vantaggi ambientali ed economici, con soddisfazione dei numerosi consumatori che lo utilizzano soprattutto per il riscaldamento domestico.

Il tema della contaminazione radioattiva non va tuttavia sottovalutato e vanno sostenuti e promossi i controlli che le pubbliche autorità sono chiamate a svolgere con rigore, anche prevedendo un aggiornamento delle norme. Tuttavia siamo dell’avviso che questo episodio debba essere ricondotto alla sua reale portata, evitando inutili ed ingiustificati allarmi.