Si Ridimensiona il Pericolo per il Pellet Radioattivo

I vigili del fuoco e gli uffici regionali Arpa hanno comunicato che dai risultati degli esami di laboratorio eseguiti sul pellet risulta che la pericolosità del pellet contaminato sequestrato è molto al di sotto della soglia di rilevanza. Si esclude qualsiasi forma di contaminazione rilevante dell’aria.

Riportiamo di seguito i comunicati stampa degli uffici ARPA delle regioni Veneto, Toscana, Piemonte:

ARPAV VENETO
PELLET. LA RADIOATTIVITA’ RISCONTRATA IN VENETO NON E’ RILEVANTE
Data: 24-06-2009

(AAV) Padova – I valori di radioattività riscontrati nel pellet in commercio in Veneto sono assai inferiori a quelli rilevati in Val d’Aosta, regione da cui era partita l’inchiesta. Dai risultati delle analisi di ARPAV i valori massimi di Cesio 137 nel pellet “Naturkraft premium 6mm” sono di 26 Bequerel al chilogrammo contro i 300 bequerel a chilogrammo rilevati in Val d’Aosta, lo stesso vale per le ceneri, “arricchite” per effetto della combustione, che nei campioni del Veneto si attestano con punte massime da 2000 a 3000 bequerel al chilogrammo contro i 40.000 bequerel/kg della Val d’Aosta.

Oltre al pellet “Naturkraft premium 6mm”, ARPAV ha analizzato campioni di “Naturkraft” e di altre marche. Tutti i campioni analizzati in Veneto dagli esperti del Centro di Riferimento Regionale per la Radioattività di ARPAV non hanno rilevanza radiologica. Gli esperti sottolineano che tale matrice contiene “di norma” modesti livelli di Cesio 137, presumibilmente riconducibili all’evento incidentale di Chernobyl ma non significativi dal punto di vista dell’esposizione alle radiazioni basti pensare che il suolo del Veneto presenta un livello medio di Cesio 137 da 30 a 40 bequerel/kg. ARPAV continua le analisi in accordo con i Vigili del Fuoco. I cittadini che rinvenissero nella propria abitazione campioni di pellet “Naturkraft Premium 6mm” o ceneri derivanti dalla sua combustione sono invitati a contattare il 115.

ARPA TOSCANA
Relazione del 23 Giugno 2009. Ne riportiamo di seguito una parte qualificante. Per leggere l’intero documento cliccare qui.

I dati riportati indicano valori di concentrazione nei pellet piuttosto contenuti. Più elevata invece risulta la concentrazione nelle ceneri che, com’è noto, tendono a concentrare i componenti non volatili. Si tratta tuttavia, in tutti i casi, di livelli che sono di molto inferiori a quelli riportati sulla stampa nel caso che ha dato l’avvio all’indagine della Procura di Aosta.

ARPA PIEMONTE
Riportiamo le conclusioni tratte in seguito alle misure sul pellet effettuate dall’Arpa Piemonte. Gli interessato possono leggere l’intero documento del 16 Giugno 2009 cliccando qui.

Conclusioni

I primi dati sperimentali confermano effettivamente la presenza di Cs-137 in alcuni campioni di pellets e di ceneri. La provenienza del Cs-137 in questi prodotti e residui è legata alla presenza in ambiente di questo radionuclide, introdotto negli ecosistemi in
conseguenza degli esperimenti nucleari in atmosfera degli anni ’60 e, soprattutto, a seguito dell’incidente di Chernobyl. I dati finora misurati sono comunque inferiori a quelli riportati su alcuni organi di stampa. Tuttavia, anche assumendo, per ipotesi, come riferimento il massimo dato di concentrazione nelle ceneri riportato dagli organi di stampa (40000 Bq/kg), le stime di dose alla popolazione portano comunque a valori molto bassi,
assai lontani dalla soglia di rilevanza radiologica. Queste valutazioni verranno ovviamente aggiornate, non appena saranno disponibili nuovi dati.

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