I numerosi esperimenti con armi nucleari dei decenni passati e soprattutto il tragico incidente di Chernobyl ci hanno lasciato una eredità scomoda con una contaminazione radioattiva che impiegherà moltissimo tempo a dissolversi per effetto del naturale decadimento. Nessuno può escludere che, in buona o mala fede, partite di legname contaminato possano finire nella produzione del pellet e quindi nel nostro caminetto. Le cronache dell’estate 2009 hanno reso tangibile quello che era solo uno spettro. Per fortuna, dalle ultime notizie, l’allarme sembra ridimensionarsi e le tracce di radioattività trovate in alcune partite di pellet, pur confermate, sembrano non essere di livello tale da preoccupare. Come può difendersi il consumatore da un pericolo così subdolo e difficilmente misurabile con strumenti alla portata di tutti? Ci permettiamo di suggerire ai nostri utenti alcune soluzioni che possono aiutarli un pochino nell’impresa:
- Comprare pellet da produttori affidabili
Siamo stati i primi, alcuni anni fa, quando il nostro sito è nato, a raccomandare l’acquisto di pellet certificato. E abbiamo perso anche degli introiti pubblicitari a causa di coloro che non mandavano giù che di fatto raccomandavano pellet di produzione estera. Il discorso è sempre valido. Non solo, ma adesso si avverte la necessità di integrare le certificazioni con documenti che attestino i valori di radioattività nella norma e sarebbe pure utile tracciare la provenienza del combustibile. In genere, il pellet italiano, è meno radioattivo di quello proveniente dall’Europa del Nord. - Misure con contatori Geiger
Vista l’aria che tira o meglio che irradia, sono molti coloro che si stanno attrezzando con contatori Geiger-Muller per misurare la radioattività del pellet acquistato e magari di altri prodotti. Noi lo facciamo sistematicamente da un paio d’anni. Chi usa questi strumenti può avere delle sorprese come quella di trovare radioattiva la vecchia sveglia della nonna con le lancette fosforescenti. Per la verità dobbiamo dire che non sempre il contatore Geiger riesce a rilevare con certezza la radioattività nel pellet almeno che questa non sia abbastanza forte. In ogni caso consigliamo di effettuare delle misure ponendo l’apparecchio su un pallet intero come si vede nella foto in basso. Per misure affidabili e precise occorre usare apparecchi professionali come spettrografi dotati di idonee sonde. - Cautela nell’asportare la cenere
La radioattività indotta dal cesio 137 nel pellet tende ad accumularsi nelle ceneri. Il cesio non è volatile e si accumula nelle ceneri arrivando ad una concentrazione dell’ordine delle cento volte quella contenuta nel pellet originario. La cenere è piuttosto leggera e fine, quindi è facile inalarla. E’ ovvio che è la pulizia della stufa il punto debole della catena. Consigliamo di usare nell’effettuare questa operazione delle mascherine filtro. Nelle ferramenta si trovano mascherina ai carboni attivi molto efficienti e neanche tanto costose. Durante queste operazioni è consigliabile far allontanare i bambini e le donne in attesa.
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